giovedì 21 luglio 2011

RAW Il negativo digitale

Sviluppo e stampa del negativo digitale  "Atterraggio a Geneve"


 Dopo una sessione di scatto soddisfacente, c'e' un momento, privatissimo, in cui tutto il lavoro torna in discussione. E' il momento dell'analisi dei negativi....

 Saranno venute le foto? Saranno stampabili? Se da un lato una idea ce la si puo fare dando un'occhiata all'anteprima sul display della fotocamera, il momento piu entusiasmante della post produzione resta quello dello sviluppo  del RAW, in cui veramente si capisce se e' stato fatto un bel lavoro.

 Siamo cresciuti nell'epoca delle Foto in 1 Ora, in cui le pellicole si portavano dal fotografo, e al laboratorio, o meglio, a una macchina,  tutto il lavoro di sviluppo e stampa.... Oggi questo lavoro, nell'era digitale, è tornato completamente in mano al fotografo, e se da un lato, come i pionieri della camera oscura, abbiamo riconquistato la libertà e la responsabilità di gestione dei nostri negativi, dall'altro ci siamo ritrovati all'improvviso con l'onere di dover letteralmente sviluppare, uno ad uno, centinaia di negativi...

Non si chiamano piu negativi in effetti, si chiamano RAW file, son quanto di piu crudo si possa immaginare. Numeri, non immagini, numeri che vengon dal nostro sensore.... Starà al fotografo il dovere di analizzarli, selezionarli, interpretarli, calibrarli, profilarli e gestirli, in modo che da quell'insieme di valori grezzi ne escano una o piu fotografie pronte a esser stampate.

Ma questa libertà riconquistata, invece di spazzar via le ansie di possibili errori in fase di sviluppo chimico,  ha aggiunto nuove paure nei fotoamatori. Alcuni si son  trovati a maledire il digitale, a rimpianger la pellicola,  proprio perche si son sentiti sopraffatti dalla necessità  di scattare in RAW per sentirsi "veri fotografi" come purtroppo dicon molti manuali....

Io resto dell'idea che possa andare benissimo scattare in JPG nel 90% delle situazioni, vivendo il piacere di una fotografia sostanzialmente istantanea. Le gioie e i dolori dello sviluppo del RAW, processo che amo, vale la pena riservarlo per quegli scatti veramente speciali, dove siamo certi di poter fare in camera chiara, meglio e piu di quello che fa instancabilmente da se la fotocamera....

Aggiungo un'ultima osservazione: Ogni passo aggiuntivo nel processo porta a errori. Quanti posson esser certi che il proprio workflow sia completamente calibrato e sia, in tutti i suoi passaggi (raw, calibrazione, profilazione, bilanciamento, tuning...) privo di errori?


In foto: Esempio concettuale di sviluppo da negativo digitale a stampa finale:-) 

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