domenica 4 dicembre 2011

How to transform a LCD Colorimeter into a beamer colorimeter!

 Do you have a Colorimeter (like DataColor Spyder2) not capable of calibrating a digital beamer ?  Do you have an old lens?

 Great! So you can easily transform your simple LCD colorimeter in a projector calibrator. Just take a wide aperture lens, like this old Minolta 50mm f/1.7, clamp it.

 Than switch your beamer on, switch the light off, and set the proper distance between the lens and the colorimenter, in order to have the screen image covering all the device sensor.

 Remember, focusing here it is not important. What is important is that the colorimetric area will cover all the colorimeter sensor.

 Set the beamer at his zero settings (native White point, no color correction), and start your calibration like you did for your LCD screen.

Have fun, and save lot of money! You will not have to upgrade to a more sofisticated color light meter!




venerdì 2 dicembre 2011

Camera oscura a casa mia, pensieri

 Stasera mi son riposato usando finalmente l'ingranditore e sviluppando. Ed e' andata molto meglio di quanto pensassi, l'ingranditore funziona a meraviglia, temevo il mio illuminatore non producesse una luce omogenea e invece... Idem per i miei chimici, che, a differenza di quelli del photoclub, mi danno stampe prive di grana. Ormai è ufficiale... c'è qualche genio che si ostina a  rimettere lo sviluppatore usato (in gergo, contaminato) nella bottiglia di quello nuovo....





  La modularità e le meccaniche della Sinar son fenomenali, è stabile come una roccia e estremamente precisa, anche lavorando in verticale come ingranditore, invece che in orizzontale. Stesso discorso per il cavalletto manfrotto. Con lo stesso illuminatore a diffusione da me costruito, son riuscito a ingrandire sia il grande formato, che il 35mm, montando sulla piastra sinar un Componon 80mm. Lo so, è per medio formato... ma un 45mm obbligherebbe a montare il soffietto grandangolare, lasciando pochissimo margine per la messa a fuoco... In piu... si puo usare il componon per ingrandire il grande formato e avere quella deliziosa area di sfumato ai bordi dei ritratti, dal vato sapore retro, dovuta alla vignettatura.

 Il mio focometro è decisamente piu performante di quello della Patterson, siccome l'ho costruito con lo specchio oscillante, posso infatti focheggiare anche ai bordi, e non solo perpendicolarmente all'asse della lente. Sorprendentemente, funziona anche quello.

 Ingrandire e stampare in casa propria è estremamente piu didattico.

Per la prima volta son riuscito a ottenere una stampa con il risultato che volevo, (sempre il negativo con il ritratto che mi ha fatto laura), e avendo tempo per far qualche prova in piu, ho capito molte cose sulla gestione dell'esposizione.


  Son curioso di vedere cosa verra fuori non appena trovero i filtri multigrade per il grande formato... Li hanno 6x6 pollici, ma solo negli states... uffi.

 Unico svantaggio della serata... tutta la casa deve esser al buio pesto, visto che l'ingrantore grande formato... sta solo in salotto.

 Non trovando da nessnua parte le lampadine per camera oscura... ho fatto all'antica... usando un economicissimo lumino da cimitero rosso, stessa soluzione usata per tutto l'800... economica, portabile, pratica, semplice.

Buonanotte.

giovedì 15 settembre 2011

CERNARC Project

CERNARC Project Logo
 Two years ago, I realized I was not able to to take proper pictures. I had no knowledge of the light, no composition rules, no technical background.

 Left the camera, books opened.
I started studying as much as possible, everyday, learning from expert texts, people and doing lot lot lot of personal technical experience.

 Now is time for a photo project. Today, I feel much more confident with photography, and I really need to start taking photos again with a mature approach. What is better than a photographic project?


Architectural Photography is great for practice composition and perspective, but there is a more challenging aspect in it than simply shooting buildings.

The hunt for the Artistic point of view of the world, is what I am looking for this project. Where to really improve such a big challenge?

CERN Architecture is one of the worst place from the architectural design point of view. Almost all the buildings comes from a pure functional approach. In few words, CERN buildings are awful.

CERNARC Project starts exactly where the civil engineer stopped. I am going to look at this place with a different eye, and try to find  an artistic point of view between these buildings. Walking after work in the CERN Area with my camera, my PC wide angle and a tripod, I started.





sabato 27 agosto 2011

IX Nikkor 30-60 Pronea on D700!

 As this picture proofs, I manage to mount the IX Nikkor Pronea 30-60mm on a Full Frame D700 and shoot with it, using AF and having the CPU working!

IX Nikkor 30-60 is a Nikkor lens designed only (as Nikon says) for Pronea APS camera, now discontinued. You can get this lens on ebay for 15 dollars, 'cause all the forum on the web, and Nikon, insist on the fact that YOU CAN NOT MOUNT this lens on a Nikon DSRL or on any Nikon F mount.

This is true, because the lens has a back lens hood that goes deep inside the mount and it will collide with the main camera mirror. But, with just a little bit of bricolage, you can easily convert this lens in a real F mount lens... and what is really amazin, this lens, becomes an extremely compact, light and AF FULL FRAME lens!!

These are the main steps I did to do the conversion. The conversion, is also reversible, so you can go back and remount the lens as it was.

Step one: Unscrew the back lens hood, unscrew the CPU contacts and remove the F plastic mount from the barrel.


Step 2: The CPU is mounted on a metallic support. This is the real part you have to convert, otherwise, it will touch and possible damage, the camera mirror:


Removing the aperture couple gear and AF gear, you can access at a small screw that can be removed. This crew is the one that fixes the metal structure for the CPU. Once you have remove and carefully unglued the electronics from the support, you can put all the CPU between the external ring and the internal barrel. There is space for it!!



Just remount all the parts, and ... that is the IX Nikkor 30-60mm F mount !!!


This is the FIRST test picture, with Nikon D700... Oh my good... It is a FULL FRAME LENS!!!! Ok, a little bit of vignetting... but WOW, it simply works! You can read from Exif, the CPU is working and the AF couple on D700 works perfectly, and it is extremely fast.


This is the lens mounted on a D60. I will go tomorrow near Mont Blanc to do some tests of this lens. It is extremely light, and, for sure, is the first Pancake Zoom lens for my small baby... Has the lens has the CPU, Matrix metering works on D60. Of course, on entry level, AF does not work, but, for external usage, keeping the AF at the Iper-focal distance, and shooting  near f/11, you can have perfect outdoor picture...





And this is a picture of Mont Blanc from Balcon sud, with D60 at 30mm


mercoledì 17 agosto 2011

Sfondo Bianco passo dopo passo





Molti mi hanno chiesto in messaggi privati consigli su come realizzare lo sfondo bianco puro in casa o in studio. Scrivo questa breve guida per risponder a tutti, sperando possa esser utile.  

PASSO 1: Sfondo... grigio 
Questo e' il caso piu semplice da cui partiremo, vogliamo fotografare una modella, su sfondo bianco puro. Illuminiamo con una sola luce morbida la modella, e usiamo un pannello riflettente per bilanciare le ombre.
Lo sfondo viene grigio! perche la distanza dalla luce allo sfondo comporta una eccessiva caduta di luce.


PASSO 2: Sfondo bianco... avvicinandoci!
Se riduciamo drasticamente la distanza che separa la modella e la luce principale dallo sfondo... avremo sostanzialmente la stessa luce che illuminera' la modella e lo sfondo... che essendo bianco... apparira' bianco. Questo e' il modo piu semplice, veloce e sicuro per ottenere uno sfondo bianco. Viene usato molto piu di quanto si creda, a volte l'ombra diventa una componente artistica nella fotografia, moltissimi maestri usano UNA SOLA LUCE anche per le fotografia sfondo bianco. Questo e' il trucco:
Lo sfondo viene bianco, ma avremo ombre generate dalla modella sullo sfondo... E' la soluzione piu semplice

 
 
PASSO 3: Sfondo bianco... Illuminando lo sfondo
Volendo avere un bianco PURO, occorrera' illuminare lo sfondo. La soluzione piu semplice, tipica del principiante, e' quella di usare due sorgenti che puntino dirette allo sfondo bianco.
Lo sfondo viene bianco, . ma avremo l'area piu vicina alla lampada sovraesposta (clipping), aloni di luce attorno alla modella, enorme quantita' di luce dispersa nello studio, flare sulle lenti....


 PASSO 4: Sfondo bianco puro, con luce morbida e calibrata
Il problema delle parabole che illuminano lo sfondo bianco, e' quello di disporle in modo da generare una luce omogenea su un'area molto grande. L'errore tipico e' quello di sovraesporre completamente lo sfondo, in modo da avere un bianco che e' dato dalla sovraesposizione. Questo e' un errore, in quanto non abbiamo il minimo controllo della luce che dallo sfondo bianco viene riflessa verso il soggetto. Si posson migliorare drasticamente le cose, innanzi tutto allontanando le sorgenti di luce e rendendole piu morbide, degli ombrellini vanno benissimo. In piu, dovremo misurare la luce totale emessa dalle lampade, in modo che sullo sfondo sia di 1.5 stop in piu rispetto alla luce primaria.
Sfondo bianco, con due sorgenti morbide calibrate a 1.5 stop in piu. IL bianco e' puro e abbiamo controllo sulla luce riflessa dallo sfondo sul soggetto principale.




 PASSO 5: Sfondo bianco con schermature
Analizziamo la scena del passo 4, due lampade illuminano a 1.5 stop in piu del nostro soggetto un enorme foglio bianco. Bene, questo non dovete considerarlo come uno sfondo, ma come una fonte di luce enorme, luce che si riversera' completamente sullo studio, e che, da tutte le parti, arrivera' dritta nella vostra lente, anche dalle aree al di fuori della scena. Per questa ragione, e' indispensabile usare un paraluce di qualita', nonche' schermare il piu possibile tale luce di sfondo, in modo che la minima quantita' di luce cada sul soggetto o vada a interferire con la nostra fotocamera o gli elementi in studio. Un buon risultato si ottiene schermando completamente le luci di sfondo nonche' posizionando degli schermi ottici (cartoncino nero va benissimo) vicino a tutte le fonti di luce, in modo da ridurre la quantita' di luce indesiderata, che arriva nell'obiettivo.
Sfondo bianco con schermature per ridurre flare e effetti indesiderati al minimo.



giovedì 21 luglio 2011

RAW Il negativo digitale

Sviluppo e stampa del negativo digitale  "Atterraggio a Geneve"


 Dopo una sessione di scatto soddisfacente, c'e' un momento, privatissimo, in cui tutto il lavoro torna in discussione. E' il momento dell'analisi dei negativi....

 Saranno venute le foto? Saranno stampabili? Se da un lato una idea ce la si puo fare dando un'occhiata all'anteprima sul display della fotocamera, il momento piu entusiasmante della post produzione resta quello dello sviluppo  del RAW, in cui veramente si capisce se e' stato fatto un bel lavoro.

 Siamo cresciuti nell'epoca delle Foto in 1 Ora, in cui le pellicole si portavano dal fotografo, e al laboratorio, o meglio, a una macchina,  tutto il lavoro di sviluppo e stampa.... Oggi questo lavoro, nell'era digitale, è tornato completamente in mano al fotografo, e se da un lato, come i pionieri della camera oscura, abbiamo riconquistato la libertà e la responsabilità di gestione dei nostri negativi, dall'altro ci siamo ritrovati all'improvviso con l'onere di dover letteralmente sviluppare, uno ad uno, centinaia di negativi...

Non si chiamano piu negativi in effetti, si chiamano RAW file, son quanto di piu crudo si possa immaginare. Numeri, non immagini, numeri che vengon dal nostro sensore.... Starà al fotografo il dovere di analizzarli, selezionarli, interpretarli, calibrarli, profilarli e gestirli, in modo che da quell'insieme di valori grezzi ne escano una o piu fotografie pronte a esser stampate.

Ma questa libertà riconquistata, invece di spazzar via le ansie di possibili errori in fase di sviluppo chimico,  ha aggiunto nuove paure nei fotoamatori. Alcuni si son  trovati a maledire il digitale, a rimpianger la pellicola,  proprio perche si son sentiti sopraffatti dalla necessità  di scattare in RAW per sentirsi "veri fotografi" come purtroppo dicon molti manuali....

Io resto dell'idea che possa andare benissimo scattare in JPG nel 90% delle situazioni, vivendo il piacere di una fotografia sostanzialmente istantanea. Le gioie e i dolori dello sviluppo del RAW, processo che amo, vale la pena riservarlo per quegli scatti veramente speciali, dove siamo certi di poter fare in camera chiara, meglio e piu di quello che fa instancabilmente da se la fotocamera....

Aggiungo un'ultima osservazione: Ogni passo aggiuntivo nel processo porta a errori. Quanti posson esser certi che il proprio workflow sia completamente calibrato e sia, in tutti i suoi passaggi (raw, calibrazione, profilazione, bilanciamento, tuning...) privo di errori?


In foto: Esempio concettuale di sviluppo da negativo digitale a stampa finale:-) 

lunedì 18 luglio 2011

My Equipment Bag

It's time to take the HTC camera and take a shoot of my photo-equipment. I think that is all that I need for all the photography I like for the moment. I have looked for some lenses in the second hand market for years... and now, I am really satisfied.

In order from left to right, top to bottom,
Waterproof OlympusE12, My dear Nikon D700, the amazing Nikon AF-TTL cable with IR Illuminator, My parent's 1972 Minolta SRT with Rokkor 50mm f/1.7,

Then, My first DSLR Nikon D40X, The Nikkor AF-S 18-55 DX, My lovely Gossen Digital Flash Light Meter, The Vivitar MC4 2x for emergency tele situations..., My dear flash unit Sb600, The big great unique Nikkor: AF-D 80-200 f/2.8, The amazing AF-D 16mm f/2.8 FishEye, the wide AF-D 24mm f/2.8, The Normal AF-D 50mm f/1.8 with HR-2, The new AF-D Micro Nikkor 105mm f/2.8, The wedding photographer's zoom AF-D 35-70mm f/2.8, and the architectural PC Nikkor 28mm f/3.5.

 On the right... The Digital Negative...  :-)

mercoledì 13 luglio 2011

Il rapporto tra luci KEY FILL BKG HAIR



Qui a sinistra, un ritratto in piano americano della bellissima modella Magdalena, realizzato con due luci nel mio studio.

A parte l'evidente disposizione delle luci, l'unico dato che puo veramente esser interessante per un fotografo, e' il Light_ratio, o rapporto di luci.

In questa fotografia, si puo indicare come  KEY:BKG 1:2 

Che cosa vuol dire? Innanzi tutto un po di nomenclatura,
KEY e' la luce principale,
FILL e' o sono le luci di riempimento, a volte si chiama anche
HAIR, la luce per i capelli,
BKG e' la luce di sfondo,
AMBIENT e' una luce di ambiente idealmente completamente soffusa.

Il RAPPORTO DI LUCI e' il rapporto, in STOPS che c'e' tra l'intensita' delle varie luci nel punto di INCIDENZA.

A ogni STOPS corrisponde a una quantita' di luce doppia rispetto allo stop precedente, o a uno scatto di diaframma/tempo, quindi un rapporto, ad esempio, tra luce KEY e luce FILL di riempimento di 1:1 vuol dire che il sogetto riceve dalla luce di riempimento, la stessa quantita' della luce principale.

Nella foto mostrata KEY:BGD=1:2 vuol dire che lo sfondo riceve il doppio della luce del soggetto principale.

Cio non ha nulla a che vedere con la potenza della luce in se, quello che conta e' la luce incidente sul soggetto, non la luce emessa dal flash!*

In generale, il rapporto si scrive sempre intero, e spesso si usa la notazione combinata, esempio, KEY:HAIR:BKG=1:2:3. Per non impazzire cone le corrispodenze, trovo comodo anche scriverlo nella forma abbreviata:

KEY:FILL:BKG=2:1:3 lo abbrevio con K2:F1:B3

Quest'ultimo rapporto e' quello da me piu usato per i ritratti a sfondo bianco, come questo ritratto di Ottavia, in cui la luce principale e' 1 stop in piu della luce di riempimento, e lo sfondo, bianco, riceve una luce pari a 1 stop in piu rispetto alla luce principale, e 2 stop in piu rispetto alla luce di riempimento. Questo vuol dire che sullo sfondo arriva 4 volte piu luce che sulla luce di riempimento!

* ATTENZIONE: La luce INCIDENTE in un dato punto del soggetto, dipende dalla intensita' e dalla distanza della luce, e si misura per ogni luce in maniera indipendente. La luce RIFLESSA da quel punto, ovvero quella che arriva alla fotocamera, e' data dalla somma di tutte le luci incidenti in quel punto, piu o meno la luce che arriva da soggetti riflettenti o assorbenti/schermanti!

Note sulla gestione colore

Ormai tutti i plotter professionali lavorano per lo meno in esacromia, quelli per la stampa fotografica in decacromia o in dodecacromia.

CMYK, la famosa quadricromia, e' ormai riservata alle stampatinte da ufficio (non certo adeguate perla fotografia) e ovviamente, per i sistemi di stampa professionali Offset e rotative.

Tenete presente comunque che il numero di inchiostri usati non e' certo indice del gamut della macchina, e della carta, di stampa. Le macchine offset da stampa professionale son a 4 colori, CMYK eppure vedete riviste di fotografia con colori stupendi. Come e' possibile? Tutto dipende dalla capacita' del sistema di stampa di miscelare differenti proporzioni di inchiostro su aree molto molto piccole. Nelle stampanti fotografiche, visto che si richiede una risoluzione altissima, puo esser difficile, se non impossibile arrivare con delle testine inkjet a miscelare in modo preciso proporzioni minuscole di soli 3 inchiostri colore, cosi, per ottenere un gamut piu esteso, si ricorre a piu pigmenti, sei, otto, dieci o addirittura 12. Le macchine inkjet professionali hanno adrittura gamut piu estesi delle macchine da stampa offset proprio per poter esser usate anche come banchi da PROVA COLORE.

La stampa litografica beneficia di tutt'altre tecnologie rispetto alla inket e permette comunque di ottenere un numero di colori decisamente molto alto ad alto risoluzione anche con solo 4 passate CMYK.
Per colori speciali, che ne so, il dorato, il viola cangiante verde, il metallizato, si posson, in stampa offset, fare dei passaggi aggiuntivi con degli inchiostri / pigmenti appositi. (avete mai visto una copertina di una rivista di moda con il titolo in color dorato specchio?).

A parte questa divagazione, Non vuol dire niente stampare in AdobeRGB. Un laboratorio di stampa deve avere strumenti calibrati e un Sistema di Gestione colore (CMS) in grado di fare le opportune conversioni da un sistema all'altro. Se esiste. ma non credo, un lab di stampa che non accetta come profilo di input AdobeRGB, cambiate laboratorio.

Le Nikon son calibrate di fabbrica, e Le JPG che escon dalla macchina son gia profilati (i colori, prima di esser registrati, vengon intepretati dal Picture Control management scelto, Standard e' quello che piu si avvicina alla realta' percepita a occhio nudo, neutro e' quello piu piatto, che piu si avvicina al dato crudo raccolto dal sensore... ), quindi, se uno non sa proprio come fare, scattando in JPG e stampando in un laboratorio o su una stampante fotografica calibrata usando un CMS si hanno a gratis i colori giusti.

Se invece scattate in RAW, non avete nessun COLORE, avete un file crudo, son numeri, e i colori li costruite voi a monitor, o sulla carta quando stampate i provini, e sarete voi a scegliere quale spazio colore usare (sRGB, Adobe, WideGamut....) quindi diventa un onere (e un onore) del fotografo preoccuparsi della gestione colore.

Ecco perche' consiglio di iniziare a usare il RAW solo quando si masticano molto bene i concetti di bilanciamento del bianco e gestione colore, e si hanno gli strumenti per avere un workflow calibrato, altrimenti, diventa solo una perdita di tempo, e un passaggio in piu in cui fare errori frustranti.

venerdì 27 maggio 2011

Scelta e Uso del Cavalletto


Premessa e Tipologie: I cavalletti sembrano tutti simili ma hanno intrinseche e profonde differenze. A parte la dimensione e il peso, e' facile che il principiante si chieda come mai esistano cavalletti da 20 euro e cavalletti da 200 euro. Il cavalletto "universale" non esiste, ci son cavalletti per la fotografia, per la ripresa video, per lo studio, per il viaggio, di emergenza etc etc... Un buon cavalletto e' molto versatile, e puo esser facilmente adattato a tanti impieghi. Un cavalletto scarso, ha un campo di applicazione molto ridotto.
Ecco perche' spesso si legge che il cavalletto si compra Buono una sola volta nella vita.

Quale cavalletto? Il mio consiglio e' di avere 2 cavalletti. Quello del principiante, e quello del fotografo. Quello del principiante semplice, piccolo, leggero, portatile, su cui non investire piu di 50 caffe. Quello serio, del fotografo, completo, definitivo, con teste intercambiabili, comprato secondo le esigenze piu tipiche del nostro stile di fotografia e adeguato al peso dell'attrezzatura. Un cavallettino da principiante trovera' sempre comunque qualche impiego, ad esempio, potra' reggere un Flash SB o esser usato per le tante gite, street, musei etc in cui gireremo con una compatta o una entry level e la praticita' sara' la chiave di riuscita di tante fotografie.

Parlando del cavalletto serio... quale scegliere Di cavalletti "da principiante" ce ne son una infinita', piu o meno vanno bene tutti, c'e' chi ha qualche caratteristica in piu, chi qualcosa in meno. Sconsiglio i cinesi vivamente, ma ci son tante buone marche di cavalletti storici che fanno cavalletti piu o meno universali entry level di alta qualita'.
Parliamo del cavalletto del fotografo, ecco le caratteristiche che secondo me vale la pena considerare:

AltezzaAlmeno 1,60cm, a cui aggiungere altezza della testa. Deve esser avegole fotografare da in piedi senza chinarsi.

Apertura variabile Un buon cavalletto deve aver le gambe ad apertura indipendente e varabile e bloccabile, e le game devono potersi muovere di almeno 90%, questo e' utile quando si vuole montare il cavalletto ad esempio in macchina. Un punto a terra, e due punti in appoggio sui vetri.

Colonna centrale La colonna centrale deve esser invertibile, ovvero si deve poter montare la fotocamera a testa in giu sotto il cavalletto per riprese dal basso. E' opportuno che sia anche smontabile e inseribile in orizzontale sul cavalletto, ideale per riprese macro, fotoriproduzione etc.

Gancio baricentrico Sotto la colonna deve esser possibile agganciare una massa baricentrica, che puo esser dalla borsa fotografica a un secchio d'acqua, per aumentare la stabilita' del cavalletto.

Teste intercambiabili Assolutamente si. Il cavalletto a teste intercambiabili e' modulare, e ci consente la massima versatilita', per esempio, possiamo avere 2 teste diverse, una per le foto e una per i video, una per le foto da architettura, una per le foto sul campo.... La testa piu classica e' a sfera, la piu economica e versatile. Una sua variante comodissima e' la testa a sfera joistick, con blocco rapido. Ci son teste piu adeguate per la ripresa video. Teste a 3 assi separati. E' importante che la testa consenta agevolmente di fare inquadrature verticali e orizzontali salvo quelle specifiche per i video.

Sgancio Rapido Una buona testa ha sempre sgancio rapido, che consente di avere una piastra sempre montata sul corpo macchina in modo solido, e un sistema di aggancio e sgancio rapido. E' bene verificare la solidita' di questo meccanismo, nonche' l'esistenza di un valido sistema di sicurezza che ne eviti lo sgancio accidentale.

Doppio passo Una buona testa, consente l'aggancio sia di viti da 1/4 di pollice passo americano, attacco classico, che da 3/8 di pollice passo americano. Questo consente di abbinare insieme piu teste o di montare macchine di grande format sul cavalletto.

Piedini gommati o punte Possibilita' di cambiare facilmente i piedi, e passare dai gommini per interni ai puntali per esterni.

Possibilita' di riduzione/modularita' . I singoli componenti del cavalletto devon tutti esser smontabili, in caso di guasto, devono esser sostituibili.

Estrema solidita' Il cavalletto "poco stabile", salvo appunto quelli super leggeri portabili per poco piu che delle compatte, non servono a niente. Il cavalletto deve esser estremamente solido, le meccaniche molto robuste e rigide, e deve esser tale con la fotocamera in tutte le posizioni. La valutazione della solidita' non si fa con il cavalletto aperto nel modo classico e la macchinamontata in orizzontale, si fa con il cavalletto in posizioni piu estreme, con la macchina sporgente, o con la colonna alzata o in orizzontale. Se vibra in modo vistoso, il cavalletto e' insuff per quel peso/attrezzatura.

Bolla Un buon cavalletto ha sempre una bolla integrata di riferimento, per la messa in bolla del sistema Cavalletto-Colonna. Una buona testa (dipende dal tipo) avra' altresi una o piu bolle di allineamento.

PICCOLI CONSIGLI PER L'USO DEL CAVALLETTO

Come si porta/sposta Il cavalletto si porta o chiuso in uno zaino/borsa, o sulla spalla con la testa verso l'alto, con fotocamera montata. Quando e' aperto, si sposta tenendolo da due gambe, quelle con i bordi zigrinati o rivestiti di neoprene, e si sposta aperto.

Come si apre Il cavalletto si apre partendo dagli sblocchi delle gambe piu basse, lasciandole cadere per gravita'. Cosi facendo, qualora si necessiti una regolazione, si puo operare sugli sblocchi delle gambe piu alte che saranno piu vicini a noi e non a terra, come accade se si sbloccano prima i giunti intermedi.

Come si posiziona E' fondamentale che il baricentro finale del sistema cavalletto/camera cada abbondantemente dentro al triangolo formato dal tripiede. Senza fare calcoli, una volta montato, il cavalletto va testato provando a muoverlo con energia da tutti i lati, per verificarne la solidita'. Ricordiamoci che piu e' basso e piu le gambe sono aperte, piu il cavalletto sara' solido. (baricentro basso).

Messa in bolla Il cavalletto per usi paesaggistici/architettonici va sempre messo in bolla. Cio non ci garantisce una camera in bolla, dipende dalla testa, ma ci permette di riottenere facilmente la messa in bolla della fotocamera qualora si sposti il cavalletto o lo si ruoti. Regolando gli snodi intermedi si mette in bolla il cavalletto.

Ripresa Il cavalletto da il massimo se usato con le funzioni di autoscatto, scatto remoto, Mirror Up, Scatto ritardato.... Son tutte funzioni che servon a ridurre le vibrazioni. Ovviamente, in presenza di forte vento, queste posson esser secondarie, si suppone che il cavalletto sia solido e ben stabile. Aumentare la massa del cavalletto, fa ridurre le vibrazioni indotte.

martedì 10 maggio 2011

Luigi Gallerani CV Updated!






CV updated again! EN 2 page version. It has been formatted using only pure LaTeX !

Click on the image to see it in pdf and share it as much as possible!!






venerdì 29 aprile 2011

I diffusori FLASH, falso mito



Il punto e' che c'e' una grande confusione con i concetti di DIFFUSORE e MODIFICATORE di luce

DIFFUSORE Da DIREZIONALE a OMNIDIREZIONALE. Serve per mandare la luce del flash al di fuori del cono di luce, generato dalla parabola del flash, che, specie nel caso dei flash zoom e auto zoom e' ovviamente ottimizzato per la focale che si sta usando, proprio per non buttare via luce laddove poi non si fara' alcuna ripresa. L'unico scopo del diffusore e' appunto il caso dell'ambiente piccolo in cui si sfruttano le pareti come riflettente e a quel punto diventa piu utile avere una luce OMNIdirezionale piuttosto che una luce Direzionale.

MODIFICATORI Variano la DIMENSIONE della sorgente di luce. Ombrelli, Softbox, Parabole, BeautyDish ma anche un muro bianco riflettente non fanno che ALLARGARE drasticamente la dimensione della sorgente, che essendo piu grande, fa una luce piu morbida.

DOVE CASCA L'ASINO E' facile far confusione. Infatti e anche commercialmente tanti ci marciano, molti confondono diffusori con modificatori, e pensano siano intercambiabili. Inoltre, nel caso del modificatore, la dimensione della sorgente e' in funzione della distanza e della dimensione del soggetto. Faccio un esempio, Una lampadina a distanza di 50cm da un insetto, e' una luce MORBIDA, perche e' grande rispetto al soggetto. La stessa lampadina a distanza di 4 metri da un umano, e' una luce durissima, e' minuscola in confronto al soggetto.
Quindi, Montare qualche accrocchio sul Flash ha senso se rispetto alla distanza e alla dimensione del soggetto noi abbiamo una sostanziale variazione di dimensione della sorgente, altrimenti, non si ottiene praticamente nessun beneficio.
Infine, ci sono i famosi Softbox portabili da montare sui Flash. Nella maggior parte dei casi funzionano per meta', perche' altro non son che dei coni con davanti un foglio dicarta bianca illuminato dallo stesso cono di parabola. Essi agiranno piu come diffusori, ma attenzione, non faranno nulla di piu di un foglio di carta traslucida messo alla stessa distanza, in grado di generare appunto, luce piu diffusa. Tale sistema, e' efficace se il foglio di diffusione e' molto vicino al soggetto, (si usa tanto in macro ad esempio), ma non se e' vicino al flash.

martedì 19 aprile 2011

Focal Plane Shutter Photography

This is one of the best photo ever.

It is the Henri Lartigue's photograph of a speeding racecar. The technical property of the camera focal plane shutter, is here used for an amazing artistic view of the world. A relativistic world where the speed of the car transform the objects in the space and in the time.
 I think in this picture, all the concepts of photography are summarized, use the best tecnique, at the best moment, for the best artistic picture.

 How was it possibile to take this picture? You have to understand how a Focal Plane Shutter works... and than... use it for taking action shots like the elicopter one. 

 Have fun looking also for slow scan photography, it is the same concept, but slower....

venerdì 8 aprile 2011

Scheimplflumg Principe


La mia formulazione didattica dell'astruso Scheimpflug Principe:


Quando su una retta si incontrano piano soggetto e piano nodale posteriore della lente e piano focale si ha la messa a fuoco.

In fotografia paesaggistica: Standarda posteriore fissa, muovo piano ottica.
 In fotografia macro, muovo la standarda posteriore per la messa a a fuoco. Questo perche movimenti della lente comportano significative variazione dell'inquadratura in macro fotografia!


Mio Algoritmo Metodo messa a fuoco view camera, successivo a eventuali movimenti di inquadratura di Raise, Fall & Shift:
  • Piano ottica parallelo a piano immagine. Metto a fuoco oggetto nel piano finale di messa a fuoco su un punto centrale in alto .
  • TILT: Metto a fuoco punto in basso. 
    • Ho accorciato il soffietto? Allora il punto in basso e' piu arretrato del punto in alto. Devo fare Up Tilt (La lente punta verso il cielo). 
    • Ho allungato il soffietto? Allora il punto in basso e' piu vicino del punto in alto. Devo fare Down Tilt (la lente punta verso il terreno). 
    • Ripeto la procedura TILT per approssimazioni successive.
  • Metto a fuoco un punto centrale a sinistra. 
  • SWING: Metto a fuoco punto a destra.
    • Ho accorciato il soffietto? Allora il punto a destra e' piu arretrato del punto in alto. Devo fare right swing (La lente guarda verso destra). 
    • Ho allungato il soffietto? Allora il punto in a destra e' piu vicino del punto in alto. Devo fare Left Swing (la lente guarda verso sinistra). 
    • Ripeto la procedura SWING per approssimazioni successive.
  •  Camera a fuoco. Scatto.


Immagine tratta da luminous-landscape.com

mercoledì 6 aprile 2011

Il cartoncino grigio 18% 12% Utilizzo



 E' lo strumento principe del fotografo, costa pochi euro, e,  sempre in borsa, o nel portafoglio ha tanti utilizzi, a patto che si stia parlando di un buon  Cartoncino grigio neutro tarato sul 18% o 12% secondo la taratura dell'esposimetro a luce riflessa della fotocamera realizzato con vernici a basso metamerismo.


Punto misurazione esposimetrirco per esposimetro a luce riflessa: E' l'uso piu banale, ma forse anche il piu furbo. Esponendo sul cartoncino, siamo certi di avere una corretta esposizione.

Esposimetro a luce incidente: Il cartoncino grigio neutro di pochi euro puo funzionare come un precisissimo esposimetro a luce incidente, che costa una fortuna... Come? Va usato in combinazione con l'esposimetro a luce riflessa della fotocamera. Misurando la luce riflessa dal cartoncino, si ha la misura di luce incidente nel punto del cartoncino stesso.

Esposimetro a luce incidente per flash: Stesso discorso di prima, se combinato con l'istogramma digitale della fotocamera. In studio, e' l'unico sistema che ci permette di misurare la luce oltre a un esposimetro digitale.


Bilanciamento del bianco: Se si tratta di un grigio neutro, il cartoncino puo funzionare da riferimento per il bianco sia in fase di ripresa che in sviluppo del negativo digitale.

Esposimetro macro: In macro-fotografia a soffietto o tubi di prolunga e' l'unico modo possibile di fare una misurazione a luce incidente. L'esposimetro a luce incidente non funziona per via del fall off dovuto alla perdita di luce dell'estensione.

Propongo 3 nuovi utilizzi mai suggeriti prima:

Calcolo T-Stop: Sono il primo a proporre questa tecnica: Abbinato a un esposimetro a luce incidente, permette di calcolare i T-STOP, questo diventa utilissimo in macro fotografia a soffietto o con tubi di prolunga, quando la corrispondenza tra f/stop indicati sul barilotto viene meno...

Riferimenti indiretti posizione luce in studio: Light Fall Off: Anche questa e' una mia idea:  piu cartoncini  per esempio in studio, si posson usare  per avere dei precisi riferimenti di Light Fall Off in modo da posizionare in modo sicuro le luci secondo schemi ben precisi alla distanza giusta. Il vantaggio enorme, e' che tali riferimenti son relativi alla luce e non alla posizione della lampada che puo cambiare se vengon montati dei modificatori.

Calcolo del numero guida del flash con una sola fotografia: Usando tanti piccoli cartoncini a distanza omogena (oppure quadratica, basta che ne teniate conto quando li guardate) si fa una fotografia con flash. Si va poi a cercare il cartoncino con l'esposizione corretta e sapendone la distanza, si ricava il numero guida del flash.

lunedì 4 aprile 2011

Falsi miti sul Flash

Alcune credenze popolari:

 Il flash si usa solo di sera/notte:  Falso. Il flash si usa ogniqualvolta sia necessario, e si usa soprattutto di giorno! il 99% delle mie fotografie e' fatta con almeno un flash.

 Il flash fa le foto sparaflashate: Falso. Il flash e' una luce come tutte le altre, e anzi, essendo controllata, e' potenzialmente la luce ideale. E' l'uso improprio che genera effetti orrendi, ma tutte le fotografie professionali, specie in studio e all'aperto, son fatte con le luci flash.

Il flash fa gli occhi rossi: E' vero, ma il motivo non e' dato dalla luce del flash, ma bensi dalla posizione della luce flash. La funzione anti occhi rossi, usa uno stratagemma, emette dei pre lampi che fanno chiudere l'iride del soggetto per ridurre il fenomeno.

Il flash fa una luce azzurrata: Estremamente falso, i flash hanno una temperatura di luce dai 5000 ai 6500K, ovvero, son tarati, per fare esattamente la stessa luce che c'e' di giorno, per dare i risultati piu naturali possibili. L'effetto foto azzurrata dipende dal fatto che di sera, specie in appartamenti e locali, le luci son a tungsteno, con temperature sui 3000K o anche piu basse. Un uso improprio fa si che la camera usi un bilanciamento del bianco sulla luce ambiente, e questo fa apparire la foto del flash azzurra.

 I diffusori da montare sul flash migliorano la luce, eliminano le ombre nette: Falso. E questa e' una bufala commerciale in cui tanti cascano, non a caso son in vendita accessori come GaryPhong, Small umbrella, Lastolite e diffusori di ogni sorta... La durezza della luce dipende dalla dimensione della sorgente e dalla distanza. Un diffusore di qualche cm su distanze di uno o due metri non cambia  la dimensione del flash. Provare per credere.
 I diffusori diffondono, ovvero, invece di indirizzare la luce verso il soggetto (cosa per cui i flash professionali hanno la  parabola zoom e la lente di fresnel), la sparano ovunque, anche fuori dall'area in cui si trova il soggetto.  Questo e' un ottimo modo per buttare via una marea di luce. L'unica, ma veramente, l'unica utilita' di questi accessori, la si ha in ambienti chiusi molto piccoli, in appartamento, ad esempio, qualora le pareti siano bianche e riflettano la luce diffusa.



 Prossima puntata... Come funziona dal punto di vista fotografico un Flash?

Diaphram STOPs & Area of a Circle


Do you know why photo diaphragms stops have these strange numbers like
f/1.0  f/1.4   f/2.0  f/2.8  f/4.0   f/5.6   f/8   f/11  f/16 f/22 ?

It is very easy. This comes from the Area of a Circle formula! Lens are circles. The amount of light captured by a lens is proportional to the area of the aperture. The area of a Circle is :  r^2 * pi ;

To double the AREA of the circle, we have simply to multiply for the square root of 2 the radius!



Example1:  radius = 1.00 cm, Area = 3.14cm^2
Example2:  radius = 1.41cm,  Area = 6.28cm^2

So, in a photographic lens

where f is the focal length and N is the aperture Number. That explain why each diaphragm stops corresponds to the half of the light captured by the lens, and that-s, why, to have the proper exposure, you can simply double the exposure time.

venerdì 1 aprile 2011

Nikon Flash in P Mode Aperture Lock... EXPLAINED!

After one month of investigation, I finally discovered the logic behind the Nikon P mode, when there is a flash activated.

If you remember, the problem was to understand WHY when we use the flash in a Nikon DSLR camera in automatic P mode, the P mode is blocked and there is no way to use the P* shift, and, also the aperture is reduced at an apparently random value, and is also reduced when the ISO is gained up.

 The problem is that The Photographer logic seems not be followed by the P program....  Because,  if subject is in low light conditions, if I activate the flash, if I increase the ISO... This means I would like to catch as maximum light as possible from the scene, and, apparently,  seems completely stupid or not logic to close the aperture, as the P program does!

But, of course, there is an explanation...


The P mode with flash logic is to completely delegate the lighting to the flash and the exposure calculation to the FlashTTL system.

To do that, as the flash is activated, the camera blocks the shutter at the SYNC Speed.

SYNC Speed breaks the logic behind the P* shift program.  If the ambient light permits to set a different sync speed between the mimimum and maximum sync value it is still possible to change the sync speed, but, for this explanation, let-s consider the Shutter speed  BLOCKED at the SYNC speed. 

As the shutter time is blocked at sync speed,  the reflective ambient light meter is ignored (but it does not goes off!),  there is no way to calculate the right exposure  because the light will comes "only" from the flash, not from the scene! Again, there is no way to do a Shift between different P* modes, because the Shutter speed is blocked!

 Lot of confusion comes from the fact that Nikon P* still works when the gears are rotated, but P*  works "in the background": P* is displayed...  P* does not change Shutter and Diaphragm? Apparently. The shift does not work because the flash is on,  but if you switch  the flash off, the P* goes in the shifted program you set!

Let's go back to the main problem: Which aperture the P program choose when the flash is on?


 Remember! The logic is to delegate the exposure calculation to the FlashTTL system.... With this logic the P program sets an f/ that gives the maximum degree of freedom at the TTL system in a standard subject distance case. The best f/ number,  is influenced by the medium Guide Number of a TTL flash.

To understand that, let's take as example a faulty case:

The TTL flash can automatically change his power, from a minimum GN to a maximum GN. Supposing, with the photographer logic, we mount a wide aperture lens, because there is low ambient light, we increase the ISO, we set the aperture at f/2.0 and we shoot a subject that is very close... The Flash has to fire with these settings at a very low power in order to get a good exposure... It can happen that the minimum power of the flash is still too high, and, as result, the main subject is over-exposed.
That's because f/2.0 was too wide for a standard  close subject with a TTL flash of that power, or, the Flash, was too powerful for a so short distance... Choosing  the wider aperture of the lens,  with the flashTTL on, it could be not the best choice, because, even if the light is low, the FlashTTL system has a very little degree of freedom of reducing the Flash Power.

And remember (!!! very important point in this logic!!)  when the subject is close to the light, the power of the light becomes CRITICAL because of the very short distance  fall off, that could be of only few centimeters!! So, when the subject is close to the flash, it is extremely important to set the proper light power with a precision that increases as more as the subject get closer to the flash.

Summarizing, the Aperture is calculated depending on the medium Guide Number of the flash in order to give the maximum degrees of freedom in terms of flash power settings to the FlashTTL system. Increasing the ISO, of course, the equivalent GN increases, so, the f number goes down!

At ISO 200, the P mode with the D700 in camera flash, the aperture is reduced at a maximum value of  f/3.5, with the SB600 it is reduced at f/5.6

The SLOW mode, is apparently stupid. If there is a low light condition scene and the photographer would like to get the light from the background, Why do not open to the  widest aperture automatically? Again,  the logic is to delegate all the exposure of the main subject to the FlashTTL and give to the flash maximum range of possibility of getting the right exposure of the main subject.

So, the aperture remains blocked as discussed before depending on the GN, and SLOW mode uses only the shutter speed to get the light from the background according from the ambient light measured by the internal reflective light meter.


Amazing logic! but never documented before.


Luigi Gallerani

Become a Model is in GENEVE for Glocals Community!


Become a Photo Model for a Studio Session! Picture

Become a Model for a Studio Session! Let's try to have a shooting in a professional Photo Studio with Luigi Gallerani, a Professional Nikon NPS photographer. TimeForCD/TimeForPrint if you are at the first experience.
 See mon on the GLocalsActivity  link!

mercoledì 30 marzo 2011

FotoGrafia, La Tavoletta Magica di Lutz!



Un simpatico gioco di Foto-Grafia istantanea da me realizzato, ideale per le serate con gli amici o per i vostri figli.... Perchè la fotografia è anche stupore, divertimento.... Ovviamente, si puo usare anche per generare negativi, basta una luce forte e un oggetto sovra imposto, ma, con l'applicazione suggerita, è assai piu divertente!
Buona Luce!

A funny Instant Photography game  realized by me. Very good for having fun with children and friends. You simply need a LED Pencil and my tablet...

Fotografia Architettonica, procedura di scatto

Uso del Cavalletto

L'esperimento della candelina

Appunti Liberi di Fotografia

 Questo blog raccogliera' tutti i miei appunti liberi di fotografia,
 Per chi non mi conosce, per iniziare,  ho il piacere di inserire la presentazione che un grande amico ha scritto per me. 

  Luigi Gallerani nasce a Genova nel 1982. Fin da giovane scopre il suo interesse e attitudine verso le scienze e le arti grafiche. Sperimentatore avventuroso, matura esperienze poliedriche in diverse discipline. Saranno l'informatica e la fotografia le due passioni che maggiormente delineeranno il suo percorso professionale.
 Fin da ragazzino "gioca" con la fotocamera meccanica del padre, una Minolta SRT del 1971. Nel periodo del liceo scientifico si appassiona alla fotografia in modo piu maturo, specialmente dal punto di vista artistico, grazie alle chiaccherate di fotografia, al "G.D.Cassini", con il grande fotografo sportivo Massimo Lovati. 
 La rivoluzione digitale, il passaggio dalla pellicola al sensore, concretizza quella alchimia perfetta tra fotografia e informatica gia da tempo amata e vissuta da Lutz! 
 Saranno proprio le nuove potenzialita' del digitale a ad accendere in Luigi il desiderio di approcciarsi in modo professionale a quello che fino a poco tempo prima era solo un passatempo. 
 Nei primi anni di universita', fa moltissima esperienza sul campo, chi lo conosce da molto, puo confermare di non ricordar serata o gita in montagna, in cui non si presentasse con la sua fotocamera. Le sue fotografie apparivano entro poche ore sul suo server web, che anticipava di 8 anni quello che poi diverra' il fenomeno della fotografia sociale di Facebook. 
 Da studente, non puo permettersi grandi mezzi, ma sfrutta ogni possibile trucco per fotografare anche in condizioni estreme, siano gli interni di una grotta in una gita di speleologia o le buie serate dei concerti nei locali genovesi. Tre Panasonic Lumix con lenti Leica f 2/.8 saranno, in quegli anni, le sue compagne di avventura preferite. 
 Attende con trepidazione l'evoluzione dei sistemi reflex digitali, finche', come regalo di Laurea, ricevera' la tanto attesa prima reflex digitale, NikonD40X. 
 E' amore a prima vista. Passera' per Nikon D80, Nikon D200 prima di arrivare finalmente, a rivivere le emozioni della Minolta nella prima reflex a formato pieno, l'eccezionale D700. 
 DaL 2007, Stimolato dalla attivita' nel forum Nital, dedica due anni interi allo studio della tecnica fotografica, partendo dalle nozioni base, e documentandosi personalmente senza sosta fino ad oggi. In questo periodo, la produzione artistica e' volutamente ridotta, perche' Luigi ricerca, nei suoi studi, il pieno controllo della composizione artistica, dell'espressivita' della figura umana, e, sul lato tecnico, della fotocamera, dell'ottica, della luce e della gestione digitale del colore.
 Nel 2008 approda al CERN Photoclub,  dove mette in pratica la tecnica e riprende la ricerca artistica, incentrata innanzi tutto sulla ritrattistica e sulla fotografia Glamour. Completa la sua cultura facendo una ricca esperienza retrospettiva in camera oscura, imparando le tecniche del passato di sviluppo  ingrandimento e stampa.
 Nel 2009 viene riconosciuto Nikon NPS Switzerland, apre il suo primo studio fotografico, collabora nel laboratorio in molte sessioni per pubblicazioni ufficiali. Organizza diversi workshop di successo, di fotografia in studio e di fotografia analogica. Nel 2010 viene eletto vice presidente del CERN PhotoClub. 

 Nel 2011 inizia a riorganizzare il materiale raccolto in tanti anni di pratica e in piu di 2000 interventi tecnici sul forum Nital.  Realizza il prototipo del primo obiettivo Tilt, Shift, Rise & Fall per Nikon digitale, un 80mm f/5.6 a soffietto.
 Raccoglie i suoi Appunti di Fotografia Libera in questo Blog, che, come mi auguro, diventera' presto un riferimento, per tutti i fotografi Italiani.